……parte seconda…..

1997 - 2002
ovvero
ancora …escursioni… escursioni….
Raccontato da Carlo Strazzullo
Con annotazioni di Spartaco (quando Carlo era assente)

Edizione 2007

___________________________

 

Prefazione

Come tutte le “saghe” che si rispettino (Harry Potter, Il Signore degli anelli ecc.) non potevamo anche noi non dare un seguito alla prima serie di racconti dell’amico Carlo Strazzullo, fermi al 1996. In quell’anno memorabile-1997 (molti di noi lo ricorderanno senz’altro) organizzammo una grande cena detta “la cena del diario di Carlo”. Fu un momento di ritrovo molto simpatico; ci conoscevamo da pochi anni e fu un’occasione anche per cementare nuove amicizie, tutti uniti dalla passione comune per il trekking e l’aria aperta. 
Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma il nostro gruppo ha continuato imperterrito ad effettuare gite e escursioni varie, con cadenza mensile. In questo frattempo abbiamo perso per strada alcuni amici, vuoi per varie cause familiari (gli anni passano, i figli crescono….) e purtroppo anche per altre cause. Voglio qui ricordare l’amico Francesco Figliucci che, colpito da grave malattia, ci ha lasciati agli inizi del 2007; ed anche Piero Messerini, non più in condizioni di camminare normalmente. Ma così è la vita, è più forte di noi. 
Comunque, un bel giorno vedo arrivare Carlo con un pacco di quadernini, me li consegna perché aveva sentito che vi era l’intenzione di raccontare anche gli anni successivi al 1996. A dire il vero forse mi era scappata una battuta, ma senza serie intenzioni. Ma adesso mi vedo costretto (e comunque lo faccio volentieri…) a riportare in “bella copia” le impressioni e le annotazioni che il bravo Carlo ha con tanta volontà scritto sui suoi quaderni. 
A onor del vero mi sono permesso di integrare talvolta i racconti di Carlo con mie note, per dare maggior completezza al diario, in quanto Carlo, pur quasi sempre presente, qualche volta è mancato per svariati motivi. Comunque questo deve rimanere pur sempre il “suo” Diario. Ci scusiamo comunque per eventuali inesattezze che involontariamente potremmo aver commesso. 
Oggi, con le nuove tecnologie tipo Internet, dal 2003 abbiamo iniziato a memorizzare nel nostro sito www.ilrifugiotrekking.it le impressioni delle varie escursioni, anche con dovizia di documentazione fotografica; invitiamo tutti gli amici a prenderne visione. Carlo ha continuato pure a scrivere le sue impressioni, che costituiscono pur sempre un piacevole ricordo. 
Devo anche dire che riscrivere i racconti di Carlo mi ha rinfrescato la memoria facendomi rivivere tanti bei momenti, con nostalgia. Certamente così accadrà anche a tutti gli amici che lo leggeranno. 
Comunque ripetiamo con piacere la “seconda cena del diario di Carlo”, una serata conviviale che ci ricorda le belle giornate domenicali trascorse insieme, con spensieratezza, sulle nostre montagne e le nostre colline, con la speranza di poter ancora, ogni 10 anni (…sic!...), celebrare una “cena del diario”. 
Spartaco 



1-2 FEBBRAIO 1997     Week-end al Lago Santo

Il gruppo “Rifugio” ha fatto il consueto fine settimana al Lago Santo. Come al solito al Rifugio Vittoria si sta benissimo; io non sono andato il sabato per non lasciare la Licia sola per 2 giorni perché è stata operata da poco (protesi anca destra). C’è però l’escursione del CAI Valdera al Monte Giovo. 
Sistemo la Licia e parto la domenica mattina con il gruppo del CAI, siamo una decina. Lasciamo le macchine al rifugio Vetricia, sopra Barga. Si sale poi fino al Colle Bruciata, da cui seguendo il crinale saliamo alla vetta del M. Giovo m. 1991 dove arriviamo verso le 12.00. A poca distanza vediamo un gruppo di persone – sono proprio loro!, il gruppo del Rifugiotrekking, che stanno scendendo verso il Lago Santo per pranzare. Io personalmente ho sentito un po’ di nostalgia, vorrei essere stato lì con loro; devo dire anche, però, che sono stato fortunato ad andare, avrei perso una bella giornata e l’occasione di arrivare in vetta, a differenza di altre occasioni in cui siamo dovuti tornare indietro, vuoi per pioggia, nebbia o troppa neve. 


9 FEBBRAIO 1997       Portofino – San Fruttuoso

Si ripete l’escursione del 6.2.94 che piacque molto. I partecipanti questa volta sono 28, c’è anche il Barderi con signora e figlio piccolo (lo dovrà portare in spalla). 
Al solito si lasciano alcune auto a Rapallo e con le altre si sale a Portofino Vetta m. 500, punto d’inizio del sentiero che scende ripido a San Fruttuoso. Giornata abbastanza buona, cielo velato. Arriviamo a S. Fruttuoso dove, insieme ai soliti gatti di 3 anni fa, consumiamo il solito frugale pasto sulla spiaggia. Si riparte quindi in salita verso Portofino. Carlo e Mario, come sempre, arrivati allo scollinamento, ritornano verso la Vetta , magari per cercare asparagi. A Portofino giretto in paese e alle 16,30 prendiamo il vaporetto per Rapallo. Barderi e famiglia intanto hanno preso il traghetto a S. Fruttuoso perché il bambino pesava! 


9 MARZO 1997       Parco Uccellina

Siamo in 40 persone, c’è anche Paolo Morelli e famiglia, Enrico Mencacci col nipote, Nicola Meini e la fidanzata Laura – si sposeranno tra breve. 
Arriviamo senza difficoltà a Alberese da dove, con il pullman che parte alle 10,15, si arriva in località Pratini, all’interno del Parco. Da qui iniziano i vari sentieri. Noi prendiamo quello per Cala di Forno, della lunghezza di ca. 12 km A/R. Paolo Morelli, Enrico e pochi altri si fermano vicino alla Torre di Collelungo, in prossimità della spiaggia; la sera al ritorno da Cala di Forno ci ritroveremo lì con loro e insieme torniamo a Pratini all’autobus. 
La guida prevede che il percorso duri 4/5 ore, ma noi andiamo sparati e in 1,30 h. arriviamo alla mèta. Pranziamo sulla spiaggia, la giornata è bellissima, freddina con vento da nord. Il solito Paolo Coltelli si toglie le scarpe e i calzini e corre sulla spiaggia inseguendo alcuni di noi (è un fanciullone…!). 
Durante il ritorno, arrivati a ¾ del percorso, deviamo a sinistra in basso verso la spiaggia e qui facciamo un piacevole incontro con un cinghialotto abbastanza affamato che si avvicina e accetta volentieri un po’ del nostro cibo. Fotografie a tutto spiano, non capita tutti i giorni di avvicinare così un cinghiale in libertà. 


22-23 MARZO 1997    Rifugio Isera (Orecchiella)

Ogni tanto è bello trascorrere un week-end fuori casa e questa volta abbiamo deciso di provare questo nuovo rifugio situato nel Parco dell’Orecchiella. Purtroppo i posti sono limitati e non si può allargare troppo il gruppo. Siamo quindi in 17 (numero massimo ospitabile), partiamo il sabato pomeriggio da Pontedera. Le condizioni meteo sono ottime, sole e stabilità meteorologica. 
Dopo aver preso possesso della camerata andiamo a fare un giretto serale nei dintorni; siamo fortunati, avvistiamo 5 mufloni e 2 cervi. Inoltre in questo periodo passa vicino (si fa per dire!) alla Terra la cometa Hale-Bopp e ne approfittiamo per dare un’occhiata, visto che a questa altezza il cielo non è disturbato da luci. Quindi prima di cena, assistiti da Paolo Spera che ci dà lezioni di astronomia, ci dilettiamo ad osservare questo raro fenomeno spaziale. 
Poi tutti di corsa a cena, affamati, mangiamo in abbondanza; inoltre dopo cena vi sono anche dolci e vini vari portati da alcune nostre brave persone. Quindi stiamo un po’ a chiacchierare col gestore che ci fa vedere una cassetta video della festa del maiale, tanto per farci prendere sonno (e ci riesce!). Verso le 23 tutti a letto ma impossibile dormire tranquilli c’è sempre qualcuno che fa casino…. Inoltre durante la notte i vari maestri hanno diretto con sublime maestria pezzi di musica sino al mattino!. 
Il giorno dopo, riservato al trekking, ci siamo divisi in vari gruppi, secondo la voglia e/o la forza e abbiamo fatto vari giri, chi sulla Pania di Corfino, altri verso la Greppia , altri ancora verso il M.Celle m. 1945. 
Comunque tutti ovviamente presenti all’ora di pranzo. 


6 APRILE 1997    M. Sagro da Vergheto

Da Forno si prende la strada che sale alle case del Vergheto. Qui c’è il rifugio M.Sagro dove abbiamo pernottato lo scorso anno. Siamo circa in 20 persone: Paolo e Rossella, Carpana e figlio+moglie, Antonino e moglie, Pistellini, Emilio, Sergio, Spartaco e Laura, Pietro e Daniela, Metella Iaconello, io Carlo, Danilo, Marcello, Paolone e Alan. Bella giornata. 
Questa volta, arrivati a Foce Luccica, non sbagliamo come l’anno scorso quando non c’era Paolo Morelli (vedi precedente Diario); saliamo subito a sinistra dopo l’immaginetta e affrontiamo la ripida salita che ben presto diventa crinale. Dimenticavo di dire che il solito Danilo, che era in testa al gruppo, poco prima di Foce Luccica, preso dalla solita fretta si avvia per il sentiero 172 verso Campo Cecina (anche questo porterebbe al Sagro, ma non è quello che vogliamo fare noi); comunque lo ripeschiamo in tempo. 
Mario sente puzza di bruciato perché non sopporta gli strapiombi e con le mogli di Antonio e Angelo resta a Foce Luccica, ma restiamo in contatto via radio (c’è da capire perché resta sempre con le donne, come alle Marmitte con la Daniela di Bientina!). 
La salita è molto impegnativa, occorre aggrapparsi alle rocce e spesso a destra e sinistra ci sono dei baratri. In certi punti occorre aiutare qualcuno, tipo Luca e Sergio. Antonio bubbola (ma chi me lo ha fatto fare?) ma purtroppo è meglio andare avanti che tornare indietro; superiamo anche un breve passaggio in verticale. 
Alla fine, dopo 2,30 ore, arriviamo alla base dello Spallone. Mentre Danilo, Marcello, Paolone e Alan affrontano il pendio, gli altri a questo punto ne hanno abbastanza e preferiscono riprendere il sentiero fino alla Foce della Faggiola e da lì salire sul Sagro dove arriviamo stremati alle 14,30 circa. In vetta ci sono molte altre persone, pranziamo e facciamo anche a pallate con la neve(al solito…) residua rimasta in alta quota. 
C’è un bel vento e dopo aver pranzato torniamo veloci alla Faggiola da dove, per sentiero 172, si ritorna a Foce Luccica e quindi al Vergheto dove ci aspetta Mario con una bella vipera di ca. 50 cm . uccisa da un passante. 
In sostanza la salita sulla crestina rocciosa è stata molto stimolante. 
P.S. al ritorno Carlo cantava e saltellava come un bambino, non si è capito se per la grappa o per l’assenza della Licia… (ndr). 


4 MAGGIO 1997    Le cascate del Lavacchiello

Di solito quando c’è un’escursione a qualche cascata, se il tempo è buono come in questa occasione, ci ritroviamo alla partenza con un buon numero di persone ( 28 in questa occasione); c’è anche la Daniela Del Rosso che ha partecipato a gite abbastanza faticose (come le Marmitte), ma stavolta è più facile. 
Quindi, passando dalla Garfagnana, arriviamo a Ligonchio; da qui sentiero 635 per la valle dell’Ozola verso Presa Alta m. 1220. Alla partenza c’è anche una fontana con tre cannelle che buttano buonissima e freschissima acqua di continuo (al ritorno al solito mi sciacquerò i piedi). 
Arriviamo alle cascate verso le 13, dove pranziamo. Alle 14,30 un gruppo parte per i Prati di Sara m. 1610. Paolo Coltelli e Antonino sono avanti, ma quando arriviamo ai Prati dei due non c’è traccia. Si pensa abbiano sbagliato percorso e avvisiamo via radio le donne giù al fiume. Rossella dice: “ lo sapevo che c’era di mezzo mio marito!”. Poiché è tardi e soffia un forte vento torniamo giù in 20 minuti. Dopo poco arrivano i due dispersi che dicono di essere arrivati in cima ai prati e poi hanno fatto un altro giro pensando che noialtri siamo tornati indietro. Mah, chissà se è vero…. 
Alle 15,30 ritorno per la stessa strada. Sentiero piuttosto lungo, ca. 30.000 passi. 

· 
1 GIUGNO 1997 – 15 GIUGNO 1997    Il Pizzo d’Uccello

Per l’ennesima volta questa escursione non è stata effettuata il giorno previsto a causa del maltempo. In effetti al mattino siamo un bel gruppetto, circa 20. Dopo accesa discussione se partire o meno decidiamo di andare anche perché Paolo C. ci aspetta alla Esselunga di Ponte a Moriano. Strada facendo inizia però a piovigginare, allora Spartaco telefona al Rif. Donegani avendo la conferma che lì piove a dirotto. Perciò rapido dietrofront verso casa. Invece io con altri 5, capoccioni, siamo andati a Vico Pancellorum-Balzo Nero, tanto per non sprecare la giornata. Ma ci siamo messi la mantella all’inizio e non ce la siamo tolta fino alle 16.00. E’ stata insomma una giornata piena…..d’acqua. 
Il 15 si ripete la gita. Ora la giornata è calda e afosa. I partecipanti sono 11, pochini: Io, Danilo, Spartaco, Pistellini, Sergio, Luca Bernardi, Luca Fatticcioni, Romiti Sergio e signora, Paolone e Alan. Evidentemente comincia a fare caldo e molti preferiscono andare al mare. 
Al rifugio Donegani, punto di partenza, ci dividiamo in gruppi, prendendo diverse destinazioni. Pistellini, Sergio e Romiti vanno verso la Foce di Cardeto, per sentiero più facile; tutti gli altri verso la Foce Siggioli per fare la via attrezzata. Arrivati all’attacco Danilo torna indietro per problemi al ginocchio. Noi rimanenti discendiamo la ferrata e per sentiero 190 arriviamo alla Foce Lizzari m. 1300, ci fermiamo a mangiare, sono quasi le 14 e siamo molto stanchi. La strada da percorrere è ancora molta, avevamo ideato un giro troppo lungo e impegnativo, forse. 
Quindi per sentiero 191 arriviamo alla Foce Giovo; da qui salire al Pizzo è veramente troppo per cui preferiamo tornare al Donegani dove arriviamo alle 17,30, dopo 8 ore di cammino! Siamo disidratati e per fortuna che l’acqua lì non manca, per cui ci rinfreschiamo da capo ai piedi. Luca Bernardi in particolare si è abbeverato in abbondanza, ad un certo punto ha strizzato la maglietta che, causa sudore, sembrava tuffata nell’acqua!. 
Spartaco, che 2 anni prima aveva fatto il giro inverso sempre in giugno, ha giurato che sulle Apuane con il caldo e l’afa non ci torna più. E’ andata bene a Danilo che si è riposato al fresco degli abeti. 


6 LUGLIO 1997    Giro del M. Cavalbianco

Ci si aspetta una buona partecipazione, visto la bella giornata e la temperatura fresca. Ma, sorpresa, a Pontedera c’è solo Danilo, Marcello, Spartaco e Laura. Paolo e Rossella aspettano a Porcari, come al solito. Ci si meraviglia della quasi totale assenza del gruppo, forse il mare o forse molti hanno dimenticato. A Porcari inoltre c’è solo Paolo perché la Rossella , forse sospettando la scarsa partecipazione, ha deciso di andare al mare. A quel punto anche la Laura decide di tornare a casa e così l’escursione viene fatta dai 4 rimasti. 
Al Passo di Pradarena, punto di partenza e arrivo, fa fresco, circa 12°, e c’è pure un bel vento. Comunque iniziamo il giro previsto prendendo il sentiero 633. non è un giro molto entusiasmante, anche se attraversiamo bei prati e boschi di faggi. Inoltre, forse a causa dei vari viottoli tracciati da altre persone, spesso e volentieri sbagliamo il sentiero(almeno 4 volte – non ci riconosciamo più!). Ad un certo punto nessuno vuole più essere primo per non prendersi la responsabilità. Comunque, dopo vari tentativi, troviamo anche il sentiero 635 che risale al Pradarena dove arriviamo alle 15 circa. 


5 OTTOBRE 1997    Poggio dei Malandrini – M. Gennaio

Diversi partecipanti: Spartaco, Paolo e Rossella, Paolone, Carlo, Danilo, Spera, Pinuccia, Maurizio e Nicole, Pistellini, Antonino e moglie, Marcello, Sergio. 
Dalla Casetta Pulledrari m. 1220 si arriva attraverso bel bosco di faggi al Rif. Del Montanaro m. 1567. da qui dopo poco termina la faggeta e si arriva sul crinale e al Poggio dei Malandrini(bellissimo panorama su Toscana e Emilia). 
Un gruppo si ferma nei pressi della Fonte dell’Uccelliera sotto il M. Gennaio per il pranzo. Invece Paolo, Paolone, Danilo e Carlo come al solito non possono restare con gli altri (si vede hanno fatto pochi passi!) e proseguono addirittura per il Lago Scaffaiolo dove pranzano sotto un vento freddo.
Il gruppo si ricongiunge poi al rif. Montanaro da cui si ritorna alle auto. 


18 OTTOBRE 1997    Il M. Pisanino (fuori programma)

Questa val la pena di raccontarla, anche se non è in programma con il gruppo. Siamo in tre: Carlo, Spartaco e Paolo Coltelli. 
Le condizioni meteo in questo periodo continuano ad essere ottime e Spartaco è stimolato da Paolo che lo invoglia ad andare sul Pisanino dalla parte della Bagola Bianca (Paolo c’è già stato con Paolone 20 giorni fa). 
Si parte venerdì pomeriggio e arriviamo al Donegani alle 20,00, dove troviamo Don Armando, parroco di Perignano, con un gruppo di ragazzi che lui stesso, appassionato di montagna, aveva portato a fare un pernottamento in rifugio. 
Ebbene, al mattino partiamo di buon’ora. Dal deposito di acqua che si trova sotto il rifugio Val Serenaia cerchiamo, attraverso pendio erboso, di raggiungere la parte bassa iniziale della cresta nord-ovest in questione. E’ molto ripido, l’erba è bagnata dalla rugiada e in poco tempo le scarpe sono inzuppate. Saliamo velocemente di ca. 100 m . e arriviamo infine sul crinale. 
La visione verso l’alto è abbastanza preoccupante, si devono salire ca. 900 m . di dislivello. Troviamo pure una traccia di sentiero (di capre) che va su. Con molta fatica saliamo su per il crinale e in certi punti vi sono roccette da superare, con baratro a destra e a sinistra. Arriviamo infine alla base di una penultima salita che porta fin su alla Bagola Bianca. In molti punti con il naso si tocca quasi l’erba più in alto, da tanto che è verticale. Stupendo panorama dalla cresta della Bagola su Gorfigliano e la valle di Orto di Donna. 
Dopo 2,30 ore arriviamo infine in vetta (siamo soli); inutile raccontare la stupenda sensazione di essere sulla vetta più alta delle Apuane. Rapido spuntino e ritorno al Donegani per la Foce di Cardeto. 
Anche se estremamente faticosa, è stata una delle più belle escursioni. Grazie Spartaco, grazie Paolo! 


26 OTTOBRE 1997    Ferrata Vecchiacchi

Escursione in programma il 16.11.97, anticipata visto che lo scorso anno a novembre c’era già la neve. C’è da dire che è stato un anticipo azzeccatissimo (Spartaco ancora una volta ha fatto centro), abbiamo trovato una giornata veramente eccezionale, con viste mozzafiato sulle cime dei monti circostanti che spuntavano sopra un mare di nuvole, difficilmente le rivedremo in quelle condizioni. Partecipanti: Spartaco, Paolo, Rossella, Carlo, Paolone e Alan, Danilo, Brucini, Enzo e Luisa, Pietro Matteucci. 
Giunti nella valle di Arnetola Paolo e Enzo portano le auto fino all’inizio del sentiero per il passo Sella; Danilo invece la lascia più a valle (la macchina è nuova…) e così dobbiamo sobbarcarci almeno 1 km di strada: pazienza… Ordunque per sentiero 31 saliamo verso il passo Sella; belli i colori autunnali degli alberi e spettacolare la vista del M. Altissimo. Dal passo per ripida salita arriviamo sul crinale, da cui si gode una visione suggestiva delle cime a ovest e n/o: Grondilice, Sagro ecc. Si sale verso la Tambura deviando per imboccare il sentiero attrezzato aperto nel 1977 dalla sezione CAI di Lucca e dedicato al fisico locale Francesco Vecchiacchi (1902-1955), appassionato alpinista. Spartaco e Pietro precedono il resto del gruppo e fanno bene perché il Brucini in discesa ha alcune difficoltà e blocca un po’ gli altri. Rossella, per la cronaca, cade un paio di volte e si procura un ematoma alla coscia. Procediamo lentamente a causa delle varie piccole difficoltà del percorso. 
Comunque alle 15.00 siamo alla Focetta dell’acqua Fredda e qui ancora stupenda visione dei “Campaniletti” poco più sotto che sbucano da un mare di nuvole. Veloce ritorno nella valle di Arnetola dal Passo Tambura. Abbiamo avuto fortuna perché il giorno dopo è arrivata una ondata di freddo con pioggia e forti venti di tramontana. 


15 NOVEMBRE 1997    Cresta di Nattapiana (fuori programma)

Siamo cinque fortunati baciati dalla Dea Bendata e dal sole: Spartaco, Paolo C., Marcello, Attilio e Carlo. L’intenzione è quella di arrivare sul Pizzo d’Uccello passando dalla difficile cresta di Nattapiana. 
Partiamo alle 7,30 da Pontedera, il tempo è ottimo, avremo una giornata favolosa. 
Dal paese di Vinca 808 m . si segue il sentiero 190 fino alla Punta Nattapiana o meglio Foce dei Lizzari 1300 m . Qui si incontrano le tracce della ferrata Mario Piotti, che poi scende ripida nella valle di Equi. 
Superiamo spuntoni di roccia più o meno impegnativi fino ad arrivare a un salto di 12 m . che dobbiamo scendere aiutandoci con le corde (ancoraggio in loco). Qui perdiamo un po’ di tempo perché non siamo certo alpinisti; da notare che Attilio si bruciacchia le mani scendendo veloce per la corda (è alle prime armi, ma in seguito diverrà un provetto alpinista del CAI).
La salita prosegue sulla cresta, con qualche piccola deviazione, ma sempre con grande esposizione. Si arriva così sotto il primo salto finale, che si supera a destra entrando in un ripido canalino (passaggi di II). Mentre a destra il pendio è più dolce, a sinistra c’è il grande strapiombo verticale ca. 600 m . sulla valle di Equi. 
Lentamente, mangiucchiando ogni tanto (stiamo facendo tardi), arriviamo a un ampio anfiteatro con vista sulla parete nord del Pizzo, impressionante. Ci restano da percorrere circa 80 m . quasi verticali per arrivare in vetta. Qui abbiamo avuto veramente difficoltà in quanto la roccia è friabile e spesso occorre mettere i piedi e le mani ben salsi su quelle poche pietre che sono ben attaccate al monte. Spartaco e Marcello, per levarsi di torno alla svelta quel pendio ripido, arrivano veloci in cima 1781 m ., mentre Paolo e i vecchietti (Carlo e Attilio) la prendono più larga e arrivano dopo. 
Velocissimo pranzo (ma direi merenda!), immancabile foto e poi via verso la Foce di Giovo dalla quale con sentiero 37 prima e 175 dopo torniamo verso Vinca. Purtroppo il buio ci coglie nel bosco e abbiamo veramente difficoltà a seguire il sentiero; ad ogni modo arriviamo in paese alle 17,55 dopo 8 ore di cammino. Quando siamo arrivati alla macchina che era notte ci è sembrato di aver toccato il cielo con un dito (io ho ringraziato anche il Signore che tutto era andato meravigliosamente bene), eravamo stanchissimi ma soddisfattissimi per l’impresa effettuata. 


30 NOVEMBRE 1997    Da Resceto al M. Tambura

E’ in programma l’escursione “Arni – Passo Sella – Passo del Vestito – Arni. Era prevista il 14 settembre ma non fu effettuata per pioggia; anche questa volta il tempo non è buono, piove spesso e anche la domenica 30 la mattina non promette niente di buono. Alla partenza, alle 8, siamo solo in due, Carlo e Danilo; poi, dopo contatti telefonici con Spartaco, si decide di partire lo stesso, anche se in pochi. A Capannori prendiamo anche Paolo Coltelli (che non può mancare!). A questo punto decidiamo di cambiare itinerario e andiamo a Resceto per fare qualcosa di nuovo. Partiamo dal paese, 490 m . che sono le 10 e il tempo intanto è migliorato. 
Iniziamo col percorrere un tratto della Via Randelli, dopo un poco si devìa a sinistra per sentiero 36 che porta al Passo della Focolaccia. Ripidissima salita per la “lizza” del Padulello in direzione Focolaccia. Danilo arranca un po’ essendo fuori allenamento. Intanto, arrivati alla parte bassa delle cave, la temperatura continua a scendere, tanto che vicino al bivacco Aronte il “palèo” comincia a essere assalito dalla “galaverna”, c’è vento e fa freddissimo, almeno 4-5° sotto zero, e buon per noi che il bivacco è aperto, così possiamo mangiare al coperto. Proseguiamo quindi per il M. Tambura sulla cresta di NE, dove arriviamo infreddoliti alle 14. non è il caso di rimanere al freddo più di tanto e discendiamo velocemente per la via Vandelli a Resceto. In totale ca 1400 m . in salita e altrettanti in discesa – un record!. 


14 DICEMBRE 2007    Arni/Passo Sella – Passo del Vestito/Arni

E’ prevista la gita sui M. Pisani. Purtroppo il sabato è piovuto molto forte e evidentemente molte persone non se la sono sentita, per cui abbiamo pensato di recuperare la famosa gita a Arni rimandata per ben 2 volte. Fatto sta che alla partenza eravamo in 7 (Spartaco, Carlo, Brucini, Paola Stacchini, Pinuccia, Sergio e Marcello) + Paolo Coltelli che troviamo direttamente a Arni. 
Niente di particolare da segnalare. Arrivati ad Arni e accolti da un latrare di cani (addirittura 2 di questi ci hanno seguito fino al Passo Sella) abbiamo percorso la marmifera (un po’ uggiosa) che porta al Passo Sella m. 1500. Poi prendiamo il sentiero 150 che passa sotto il M. Macina fino ad arrivare, attraverso cresta di roccette, al Passo del Vestito. Nessun problema, salvo che la Paola era un po’ titubante nei punti più scoscesi, ma il buon Paolo la aiutava tenendola per mano. 
Alle 15,30 arriviamo al ristorante Le Gobbie, dove consumiamo caffé, bibite e dolci (si sta meglio dentro!), dopodichè prendiamo il vecchio sentiero 33 (anziché per la strada) e torniamo a Arni. 


31 DICEMBRE 1997    Fine anno al Rifugio Isera

Abbiamo formato un gruppetto di 18 persone, prenotando il rifugio Isera all’Orecchiella per trascorrervi la fine anno. Siamo arrivati alla spicciolata nel tardo pomeriggio, prendiamo possesso del letto e lo prepariamo per la notte, è una camerata con 18 letti a castello. La cena è fissata per le 21, ad aspettare l’anno nuovo a tavola; oltre a noi ci sono a cena altre 25/30 persone, si mangia bene, tanto e con calma per arrivare alla mezzanotte. Dopo usciamo per vedere un po’ di fuochi pirotecnici portati da Spartaco; non fa freddo come dovrebbe di questi tempi e continua a piovigginare. Poi rientriamo dentro con la lieta sorpresa di sentire suonare e cantare un gruppo di ragazzi (bravi); così, tra suonate e cantate e balli (con esibizione di Lucia) e con intermezzi di barzellette, siamo arrivati alle 4. 
Siamo andati a letto con l’intenzione di fare una girata al mattino seguente, ma il tempo è sempre brutto. In fondo meglio così perché siamo stanchi e mezzo addormentati. Così facciamo colazione, salutiamo Nazareno e soci e dopo, come siamo arrivati alla spicciolata, riprendiamo la via di casa. A parte il tempo non bello, ci siamo comunque divertiti parecchio. 


14 GENNAIO 1998    Parco minerario di San Silvestro

E’ la prima escursione del ’98; siamo in 20, manca Spartaco che non si sente bene. Andiamo a San Vincenzo sud, dove, nei pressi, si trovano queste miniere esistenti dal periodo etrusco e attive fino a un recente passato. Ora ne hanno fatto un parco e luogo di interesse turistico. 
Arriviamo verso le 10, prendiamo il biglietto (Lire 16.000 x gruppi) che comprende: visita al museo, visita guidata alle miniere, andata e ritorno in trenino alla Rocca S. Silvestro. 
Noi visitiamo subito il museo, poi alle 11 c’è la visita guidata nella miniera che dura circa 40 min. dopodichè andiamo tutti a piedi alla Rocca con il sentiero segnato da frecce arancione. Arriviamo alle 13, diamo un’occhiata veloce e poi si mangia. Aspettiamo che arrivi la guida alle 14 per fare il giro della Rocca. Puntuale arriva e noi la seguiamo come bravi scolari. Ci spiega che quando le miniere erano attive abitavano lì circa 200/250 persone, infatti ci sono diverse mura di abitazioni ben conservate, la chiesa e il cimitero. Anche questa visita è stata interessante e dura circa un’oretta, poi con calma torniamo indietro per il solito sentiero, mentre alcuni prendono il trenino. E’ stata una gita interessante con risvolti culturali. 


8 FEBBRAIO 1998    Eremo di Lecceto

Bella e interessante escursione nelle colline senesi. Partecipanti: Carlo, Spartaco e Laura + Chiara, Paolo e Rossella, Paolo Morelli, Carlo, Danilo, Sauro e Giuliana, Maurizio e Nicole, Pierre e Eliana, Pinuccia, Paola Stacchini, Marcello e Mirella, Antonino e Adele, Pistellini, Figliucci, Cinzia e Alberto + Giada, Cristiana e Alessandro. Un bel numero. 
Partenza da Pontedera e ritrovo a La Sterza da Pasquino; quindi si parte alla volta di Colle Val d’Elsa, Monteriggioni e SS 2 Cassia per Santa Colomba. L’itinerario inizia dalla chiesa di San Leonardo al lago m. 291, poi con sentiero 123 attraverso il bosco si arriva all’eremo-fortezza di Lecceto. Le suore ci hanno aperto il portone che dà sul chiostro interno (molto bello), da cui si vede la torre medievale. Abbiamo proseguito per Toiano e abbiamo pranzato in un bosco di lecci, poco dopo Valli. Qui c’è stata un po’ di confusione; pensavamo di essere sul giusto sentiero che riportava al punto di partenza per strada diversa, per cui il Pistellini con dietro Sauro e molti altri sono partiti in quarta, salendo nel bosco. Dopo un poco a Paolo M. e Spartaco è venuto il dubbio che non fosse la strada che avevamo intenzione di fare, ma ormai il gruppo era troppo avanti e abbiamo proseguito per il sentiero 125 e quindi il 125bis che poi si ricongiunge al 123 che avevamo percorso la mattina. In questo punto di congiunzione Danilo, Sauro e alcuni altri sono andati a dx invece che a sx e si sono ritrovati sulla strada per l’eremo, già percorsa. Del Pistellini e Maurizio neanche l’ombra, ma li abbiamo ritrovati alle auto. 
A parte questa variante, che ha dato un po’ di sale all’escursione che di per sé non è molto panoramica, nel complesso abbiamo trascorso una bella giornata. 


22 MARZO 1998    Il Monte Piglione

Dopo un sabato ventoso e freddo che aveva fatto temere il peggio, la domenica mattina si presenta splendida, fredda e tersa. Quindi partenza per l’Alto Matanna. 
Partecipanti: Spartaco e Laura+Chiara, Pistellini, Carlo, Pietro Matteucci, Paolone e Alan, Pinuccia, Sauro e Giuliana, Danilo, Marcello, Carpana e Antonino con le mogli, Emilio. 
La temperatura è piuttosto bassa, circa 3°, non lo avevamo previsto e alcuni di noi non sono molto attrezzati. Inoltre, salendo sul crinale da cui si vede la Versilia , il vento da nord-ovest si fa abbastanza forte e fastidioso. Dall’albergo Alto Matanna si prende il sentiero facile che in direzione sud-sud ovest porta verso il M. Piglione m. 1233. panorama stupendo sull’Appennino con il Giovo, il M. Gennaio ecc. e sulle Apuane. Arrivati alla base del Piglione Laura, Giuliana e Chiara si fermano in un posto riparato per pranzare, gli altri arrivano fino in cima. Da qui ripida discesa per tornare con loro e pranzare tutti insieme. Al ritorno i soliti Paolo C. e Paolone prendono una deviazione sperando di far prima ma si ritrovano ben presto a dover risalire il bosco per tornare in quota altrimenti andavano a finire nella vallata. Naturalmente hanno fatto finta di niente per non fare figurette… Alla fine abbiamo fatto merenda al bar Matanna e acquistato varie cose tra cui lardo, formaggio e farina dolce. 


28 MARZO 1998    Da Passo Croce al Corchia (fuori programma)

In sei: Spartaco, Paolo e Paolone, Marcello, Carlo e Alessandro B. siamo andati a fare (forse) l’ultima escursione sulla neve per quest’anno. Infatti pochi giorni prima vi era stata un’abbondante nevicata (circa 40 cm .) sugli Appennini e sulle Apuane. A Passo Croce m. 1160 parcheggiamo le auto e procediamo verso Fociomboli, ma con poca neve. Non appena iniziamo la salitella dopo Fociomboli però la neve è subito abbondante ca. 50 cm . e avanziamo a fatica. Paolo C. va avanti e al solito si diverte a camminare a zig-zag per farci durare più fatica. Alessandro, con la sua mole, arranca ma ce la fa. In un punto il vento ha ammucchiato la neve all’argine e si sprofonda fino all’inguine. Io addirittura mi ci infilo dentro con la testa. 
Arriviamo fino alla marmifera poco sotto la cresta del Corchia. Qui troviamo 2 sciatori che intendono discendere la strada inversamente a noi. C’è anche un simpatico cane nero che non ne vuol sapere di andare con loro e Paolo lo recupera su un dirupo. Quindi ci mettiamo i ramponi e affrontiamo la salita finale un po’ ghiacciata. Alessandro sbuffa per il peso da portare ma arriva anche lui. Bellissimo panorama su tutte le Apuane (la giornata è serena e stupenda). Pranzo in vetta e ritorno dal canale del Pirosetto, piuttosto ripido e impegnativo per la presenza di neve. 
Comunque tutto bene.


5 APRILE 1998    Isola di Capraia

Gita ufficiale del gruppo. Si pensava di essere in molti ma, a causa delle pessime previsioni (poi non avveratesi, come al solito) siamo a Livorno all’imbarco in 20: Spartaco, Paolo e Rosssella, Marcello e Mirella, Carlo, Paolone e Alan, Pinuccia e Giuliana Borsellini, Danilo e Lucia, Sauro e Giuliana, Giuseppe, Francesca e Roberta di Calcinaia, Carpana con moglie e figlio. C’è anche lo sconto sul biglietto (L. 30.000 invece di 37.000). 
Arriviamo a Capraia alle 11 con mare relativamente poco mosso. Il cielo è velato e l’aria afosa causa scirocco. L’escursione inizia dalla chiesa di S. Nicolò con stradello che sale in mezzo a vegetazione di macchia mediterranea, con bella fioritura anche di rosmarino. Dopo 1,30 ore arriviamo alla sella dell’Acciatore, sul versante ovest in vista della Corsica, che però non vediamo a causa della foschia. Soffia un vento forte e ci ripariamo tra le rocce per pranzare. Quindi piccola salita allo “Stagnone” e ritorno al porto per la nave che parte alle 18. cerchiamo invano di farci preparare un piatto di spaghetti dai ristoranti, ma a quell’ora non ne vogliono sapere. Poi sulla nave matura l’idea di fermarsi a mangiare una pizza o uno spaghetto. Francesco suggerisce la trattoria “Sirena del Mare” che si trova a Calabrone. Dopo numerosi tentativi di trovare il numero prenotiamo per le 21. Alle 19 comincia a piovere a dirotto, ma l’escursione ormai è fatta e non ce ne importa nulla. 
Alle 21,05 arriviamo alla trattoria affamati e ci buttiamo sulle pizze e sugli spaghetti allo scoglio che a dir la verità sembrano spaghetti all’olio a cui hanno fatto annusare le cozze!. 
Fra un baccano e l’altro facciamo le 23 e tutti a casa stanchi ma soddisfatti. 


14 GIUGNO 1998    Sorgenti del Secchia

Nonostante il tempo non sia buono, alla partenza siamo un gruppetto abbastanza numeroso, c’è anche la biologa Maria Rosa, mai vista prima. Si parte con la speranza che non piova, ma, arrivati al Passo del Cerreto, da cui dovrebbe iniziare il trekking, incomincia a piovere e fa anche freddo. Dopo momenti di indecisione pensiamo, per non sprecare la giornata, di andare al mare: Bocca di Magra e Monte Marcello. Saliamo al paese e intanto cessa di piovere, così decidiamo di scendere alla caletta di Punta Corvo. Sono circa 700 scalini di discesa per arrivare alla spiaggia, che è piuttosto carina. Vi trascorriamo il pomeriggio e alle 15,30 risaliamo per tornare a casa. 
Nonostante siamo stati quasi tutta la mattina in macchina, e spesso accompagnati dalla pioggia, abbiamo passato tutto sommato una piacevole giornata. 


12 LUGLIO 1998    Isola di Giannutri

Qui Carlo è assente per vacanze, comunque la gita è in programma e i partecipanti sono numerosi (il mare attira, e in particolare questa bella isola). Arriviamo a Giannutri con mare mosso; cerchiamo un luogo tranquillo al riparo dal vento, ma dopo aver vagato per 40 minuti senza poter scendere al mare, decidiamo di tornare a Cala Maestra che è abbastanza vicina allo sbarco. Siamo stanchi e affamati (sono circa le 12,00) e, dopo aver fatto un bel bagno nelle acque limpide dell’isola, mangiamo frutta e panini. Il sole è abbastanza cocente al punto che nel pomeriggio facciamo un altro bagno. 


29 NOVEMBRE 1998    Ferrata del M. Procinto

Siamo in 11, tempo buono. Arrivo e partenza Albergo Alto Matanna m. 1030, sentiero 109 fino alla Foce delle Porchette, quindi scendiamo in direzione del Procinto. Lo aggiriamo fino ad arrivare all’attacco della ferrata, che fanno tutti: Spartaco, Laura, Paolo, Rossella, Danilo, Lucia, Pinuccia, Paolone, Messerini e Alessandro B. Io rimango a guardare perché ancora infortunato alla spalla e aspetto il ritorno nei paraggi. Dopo un po’ tornano tutti soddisfatti, specialmente le donne, per le quali è stata una esperienza nuova. 


27 DICEMBRE 1998    Il borgo di Montauto

Partenza da Pontedera alle 8 e ritrovo da Pasquino a La Sterza alle 8,30. siamo in diversi (20), anche se il tempo non è bello, pioviggina e c’è nebbia. Dopo un po’ di discussione se partire o meno, si decide di sì. Arriviamo a Colle Val d’Elsa, si procede in direzione di Abbadia a Isola e, giunti a Castelpietraia, lasciamo le auto per effettuare un anello che ci porta all’antico borgo di Montauto (poche case diroccate) attraverso un tranquillo sentiero in mezzo al bosco. 
Al ritorno ci fermiamo a visitare Abbadia a Isola e a bere qualcosa, dopodichè, visto che è presto, andiamo a visitare anche Monteriggioni (il Pistellini ha comprato la trottola). E’ stata una bella passeggiata in buona compagnia ed in fondo anche il tempo ci ha voluto bene, non è mai piovuto. 


17 GENNAIO 1999    I soffioni boraciferi di Sasso Pisano

Il percorso si snoda tra i paesi di Sasso Pisano e Monterotondo Marittimo. Lungo una faglia che attraversa le pendici del monte ( 755 m .) il vapore endogeno può fuoriuscire come da una pentola a cui manca il coperchio. E’ il fenomeno delle fumarole o “putizze”. 
Allora partenza da Pontedera al solito ore 8, condizioni meteo discrete. 
Nel complesso è stata una giornata piacevole, alcuni bambini si sono divertiti molto, ma non solo i bambini. Sembrava di essere nell’inferno, la giornata fredda favoriva la formazione del vapore e il vento lo muoveva in qua e là, avvolgendoci e facendoci sentire l’acre odore del boro. 
Addirittura c’è un punto in cui il terreno è aperto e si può entrare nella fenditura larga circa 2 metri e profonda 3; qui sembra di fare il bagno turco. In effetti gennaio è proprio la stagione adatta per venire in questi luoghi. 


30/31 GENNAIO 1999    Week end al Lago Santo

Ormai è diventato un appuntamento annuale il trascorrere 2 giorni dagli amici Bruno e Ivana del Rifugio Vittoria. 
Partiamo da casa a seconda delle varie esigenze e arriviamo nel pomeriggio ad eccezione di Luigi e Luisa che arrivano alle 20. Fa un freddo cane -16°, c’è tanta neve, tiene bene così facciamo un giretto per passare un po’ di tempo e aspettare l’ora di cena. Andiamo a mangiare non appena arrivano Luigi e Luisa, come al solito si mangia benissimo e abbondante (ravioli, tagliatelle fatte in casa, carne alla brace, trota e buon vino rosso, con finale di ponce fatto da Massimo), poi alcuni giocano a carte, chi non ne ha voglia fa due chiacchiere e verso le 23,30 tutti a letto. 
La mattina quasi tutti facciamo colazione verso le 9.00, fa freddo -17/18. Mettiamo subito i ramponi e si parte verso il Lago Baccio per poi proseguire verso il Rondinaio. Alcuni di noi (la maggioranza) si fermano nei paraggi del rifugio in quanto, oltre a essere molto freddo, soffia anche un vento gelidissimo da nord. Noi andiamo avanti, ma giunti a circa 200 m . dal Rondinaio torniamo indietro; qui siamo a -20 e il vento ci solleva da terra (Carlo, leggero, addirittura vola in aria). Poi, visto che la neve è ottima, Spartaco e Paolo C. si divertono a scivolare con il sedere giù verso il lago Baccio. Alle 13, infreddoliti e anche affamati, torniamo al rifugio dove consumiamo ancora un ottimo pranzo. Alle 15 prendiamo la via del ritorno passando dall’Abetone. Pensavamo di trovare traffico invece va tutto bene, la gente è rimasta a casa dal troppo freddo. E’ stato un bellissimo fine settimana e rimarrà alla storia forse come l’escursione più fredda; così qualcuno fra tanti anni, quando sarà nonno, la racconterà di sicuro ai nipotini! 


21 MARZO 1999    Cala Violina

Facile escursione sul bel litorale che, dopo Follonica, arriva a Punta Ala. Come si vede, alterniamo a gite montanare, anche belle escursioni marittime. Siamo un bel gruppo, circa 35; il sentiero si snoda in comodi stradelli in mezzo al bosco di macchia mediterranea per arrivare alla bella insenatura di Cala Violina, così detta perché il vento, sfiorando la sabbia, produce talvolta un suono che somiglia a quello del violino. Non siamo in estate, anche se la giornata è bella, quindi trascorriamo un po’ di tempo sulla spiaggia deserta. Il mare è calmo, la temperatura ottima seppur freddino, vi sono anche alcune aree attrezzate per pic-nic. 


10-11 APRILE 1999    Fine settimana a “Il Vile”

Dietro suggerimento di Giuliana Borsellini abbiamo prenotato una “casa vacanze” autogestita nei pressi di Volterra. Siamo in 19. Il sabato mattina io e Spartaco siamo andati a fare la spesa alla Coop per la cena del sabato e il pranzo della domenica. L’appuntamento è da Pasquino alle 16 (lì c’è stato il giallo…): Marcello Malacarne e signora erano introvabili. A questo punto, guidati dai Borsellini che sapevano dove andare, ci siamo avviati; Paolo e Spartaco sono andati alla ricerca dei Malacarne, anche perché mancava l’olio e lo dovevano portare loro. 
Comunque verso le 18 eravamo tutti a destinazione, anche i Malacarne; ci siamo sistemati nelle camere e pure in roulotte (pare che il gestore avesse sbagliato i conti e mancavano alcuni posti per dormire), poi sono iniziati i preparativi per la cena. Era presente anche una famiglia di francesi che ha assaggiato le penne al pesto di Laura. Dopo cena visitina a Volterra, che è poco distante. 
La mattina, dopo una abbondante colazione, siamo andati a fare un giro alle rovine di Castelvecchio. Quindi siamo tornati alla casa per il pranzo, che abbiamo consumato all’aperto; si stava benissimo, abbiamo goduto della pace della campagna e del profumo della primavera. 
Alle 17 alla spicciolata siamo tornati a casa. 


25 APRILE 1999    La Marcia delle Ville

Questa domenica c’è la 23.a marcia delle ville lucchesi e noi, per fare qualcosa di diverso, decidiamo di partecipare. Questa marcia, a cui partecipano migliaia di persone, prende l’avvio da Marlia nella piazza del mercato. Paolo e Rossella, che sono del posto e esperti della zona, hanno pensato di provvedere alla iscrizione alla marcia (3.000 lire a testa). 
E’ possibile effettuare tre tipi di percorsi: 6-12- 23 km ; noi prendiamo quello da 12. Lungo il percorso troviamo vari posti di ristoro (meno male, altrimenti Chiara non arrivava in fondo). La corsa potrebbe durare 2/3 ore ma noi, che siamo del trekking, ce la prendiamo comoda e arriviamo verso le 12 quando ormai hanno già distribuito tutti i pacchi con la pasta ai partecipanti. 
Quindi andiamo dietro Paolo C. alla villa Torrigiani-Malaspina, mangiamo nei prati e aspettiamo l’apertura pomeridiana per visitare la villa, visita che facciamo con grande piacere. 


9 MAGGIO 1999    Il Monte Croce

Escursione già effettuata negli scorsi anni, ma sempre piacevole a farsi in questo periodo per la grande fioritura di narcisi (giunchiglie). Il Monte Croce offre un bello spettacolo con il versante sud interamente coperto di questi fiori. Il punto di partenza è il rifugio/albergo Alto Matanna m. 1030. poi verso la Foce delle Porchette per salire attraverso le “scalette” al M. Croce. 
A questa gita hanno partecipato una ventina di persone; il tempo in questo periodo è variabile ed anche oggi è coperto e c’è nebbia per cui perdiamo il grandissimo panorama che si stende dalla Pania della Croce fino al mare. Abbiamo comunque ammirato una bellissima fioritura di narcisi, orchidee ecc. e tutto sommato abbiamo passato una bellissima giornata. 


30 MAGGIO 1999    Le sorgenti del Secchia

Siamo in diversi, circa 20, escursione già in programma lo scorso anno nel mese di giugno, poi modificata a causa del maltempo; questa volta invece il tempo è bellissimo. 
Lasciamo le auto al Passo del Cerreto m. 1261; seguendo prima il sentiero 00, poi il 671 arriviamo in una bella vallata alla fine della quale nasce il fiume Secchia, che scorre in Emilia. 
Siamo nel Parco del Gigante, troviamo indicazioni per sorgenti Secchia h.1 – Alpe Succiso h. 2 ½ - Passo Lagastrello h. 3 ½ . Arriviamo alle sorgenti dove ci sono dei bellissimi prati verdi e ruscelli di acque limpide. In diversi si fermano a godere in pace la bellezza di questo posto, altri invece arrivano fino al passo di Pietra Tagliata m. 1750 e si fermano (a DX bivio per Alpe Succiso, a SX bivio per Monte Alto m. 1904, dove andiamo in 7/8, poi da qui per cresta divertente S/Est). Per ripida discesa raggiungiamo gli altri e torniamo alle auto al passo del Cerreto. 


12 SETTEMBRE 1999    Monte La Nuda-Cerreto 

A distanza di 4 mesi, dopo le vacanze estive, torniamo nella zona del Passo del Cerreto, questa volta per salire sul Monte La Nuda m. 1985. 
Siamo un bel gruppo, circa 25, ed è una buona giornata. L’itinerario ha inizio dal P.sso del Cerreto m. 1261. In ripida salita si va verso il bivacco Rosario, sul sentiero 00 fino alla vetta del Monte La Nuda. Da qui si apre un vasto panorama sulle Apuane, la Cima Belfiore , il M. Cavalbianco, l’Alpe di Succiso ecc., con vista su belle faggete. Si pranza in vetta, appollaiati sulle roccette. Poi, visto che è abbastanza presto, decidiamo di tornare indietro facendo un giro più lungo: proseguiamo sul sentiero 00 fino al passo Belfiore, poi sentiero 649 per raggiungere il lago del Cerreto. Qui ci sono la Laura e Chiara che ci aspettano con la macchina, così portano gli autisti a prendere le macchine, risparmiandoci un bel po’ di strada asfaltata. 


10 OTTOBRE 1999    Il Monte Giovarello

Anche questa volta è una bellissima giornata autunnale, siamo in circa 25. L’escursione prende il via dal Casone di Profecchia m. 1310, poi per stradello fino al Passo delle Forbici m. 1564. Da qui si sale al M.Giovarello m. 1764 percorrendo declivi erbosi. Ottimo panorama sull’Appennino e l’Emilia. Dopo aver pranzato torniamo al Casone, ma questa volta facendo un altro giro: saliamo al Passo Bocca di Massa, poi scendiamo al Rif. Celle (chiuso) e torniamo al punto di partenza. Escursione tranquilla, abbiamo anche trovato alcuni funghi. 


16 GENNAIO 2000    Montecatini Val di Cecina

Comoda passeggiata sulle colline circostanti il paese di Montecatini V.C. Si parte con comodo da Pontedera alle 9,30, siamo un discreto gruppo (17), il tempo non è per niente bello; arriviamo a Montecatini, parcheggiamo e con Bernardi capogita, che conosce bene la zona, si parte. Dal paese si sale al podere “Il Lago”, intanto comincia a piovere. Saliamo fino alla croce del Poggio alla Croce; purtroppo la pioggia e la nebbia ci impediscono di vedere il bel panorama. 
Perciò scendiamo subito verso il paese per cercare un posto riparato e mangiare; per fortuna troviamo un ristorante chiuso che però ha una veranda accanto con tavoli e sedie, così si mangia al riparo e comodi, accendendo anche il fuoco per cuocere le salsicce. Dopodichè siamo andati a visitare il paese, bel borgo medievale tenuto molto bene e quindi ritorno presto a casa. 


12 MARZO 2000    Il Monte Forato

Il Monte Forato costituisce sempre una grande attrattiva per la sua particolare forma. Siamo perciò in tanti (25). Il punto di partenza è nei pressi del rifugio Forte dei Marmi, sopra Stazzema. 
Si percorre il sentiero 5/b, quindi il 6 fino alla Foce di Petrosciana; poco più in alto inizia la via ferrata “Salvadori”. Qui ci siamo divisi in 2 gruppi: quelli provvisti di imbracatura hanno fatto la ferrata, gli altri hanno percorso il sentiero normale. Ci siamo quindi ritrovati in vetta verso le 13. 
Dopo pranzo Spartaco e Laura, in occasione del loro compleanno, hanno offerto dolce (tiramisù-ottimo) e spumante. Poi, passando sotto l’arco del Forato, siamo tornati per sentiero alla Foce di Petrosciana. 
E’ stata una bellissima escursione, con tempo ottimo e completata con gli auguri sinceri fatti da tutti i presenti a Spartaco e Laura, in un ambiente bello e suggestivo come il Monte Forato. 


9 APRILE 2000    Passo Sella – M.Fiocca

Partenza 0re 8.00 da Pontedera. Punto di inizio dell’escursione è la valle di Arnetola, oltre Vagli di Sopra, il tempo è variabile. Comunque siamo un bel gruppetto (13). Seguiamo per un tratto la via marmifera; poi, con segnavia 31 fino al Passo Sella. Sono quasi le 13, il tempo non promette niente di buono, percorriamo un tratto in direzione del Fiocca, ma dobbiamo arrenderci a un passaggio difficile e per giunta con pietre bagnate, quindi si decide di andare a mangiare tutti alle cave di Piastreto. Dopo mangiato, con il solito sentiero, torniamo alle macchine accompagnati da una leggera pioggerella. 
E’ stata una bella passeggiata e anche se non siamo arrivati sul M. Fiocca ci siamo divertiti un mondo con la neve residua. 


13/14 MAGGIO 2000    Il Rifugio Conti

Fine settimana fuori programma in uno dei rifugi più caratteristici delle Apuane. Partiamo da Pontedera il pomeriggio del sabato alle 14,30. A Resceto m. 485 parcheggiamo le auto, il tempo è bello e fa caldo. Alle 16,30 iniziamo il sentiero di salita; alcuni percorrono la facile (anche se lunga) Via Vandelli, una parte invece prende il Canale dei Piastriccioni sent. 165, uno dei luoghi più orridi e pittoreschi del versante massese delle Apuane (bello, selvaggio, pittoresco e faticoso). Si sale ripidamente trovando e passando a tratti su una vecchia lizza. Percorriamo il canalone fino a sbucare alla base di un ripido pendio erboso, in alto, 150 metri sopra, si scorge il rifugio, dove arriviamo verso le 19, stanchi e affamati. Dopo esserci rinfrescati e cambiati andiamo a cena: la pasta e fagioli e il vino rosso vengono consumati avidamente. 
L’indomani mattina, domenica, partiamo tutti: alcuni vanno al Passo Tambura per la Via Vandelli , altri per sent. 164 alle Focette dell’Acqua Fredda. Infine in 6/7 andiamo sulla vetta della Tambura (m. 1890, terza per altitudine dopo il Pisanino e il Cavallo): è una marmorea, larga e poderosa montagna, a forma di piramide a base triangolare. Dopo poco riprendiamo la via del ritorno per pranzare al rifugio Conti. Al rifugio siamo stati bene; un po’ meno i pochi che la notte non hanno dormito. Cena, pernottamento, colazione Lire 51.000. Abbiamo trascorso 2 bellissime giornate. 


18 GIUGNO 2000    Le cascate del Dardagna

Dopo aver scoperto le cascate di Calabuia, dell’Acquacheta, visitiamo anche le cascatelle del Dardagna, situate sull’Appennino romagnolo, dopo Vidiciatico. Da Madonna dell’Acero m. 1195 risaliamo il torrente Dardagna fino alle cascate m. 1350. Da qui il gruppo prosegue per il rifugio Cavone, invece in 5 con sentiero 337 fino alle rocce e poi per cresta, arriviamo al Corno alle Scale m. 1945. sono quasi le 14; scendiamo agli impianti di risalita per trovare un posto riparato per mangiare. E’ una bellissima giornata, ma c’è tanto vento in vetta. 
Comunque bel tempo e bella escursione. 


11 MARZO 2001    Monte Lieto-Monte Gabberi(Isola Palmaria)

La mattina alla partenza siamo solo in 10, il tempo è brutto; comunque si decide di partire per S.Anna di Stazzema. Qui però piove proprio di voglia e le previsioni sono pessime. Allora, dopo aver comprato le schiacciate appena sfornate, Spartaco ha la felice idea, per non sciupare la giornata, di andare verso il mare, all’isola Palmaria. Così torniamo indietro e andiamo a Portovenere; qui il barcone, con una corsa che fanno solo per noi(siamo fuori orario-L. 10.000), in circa 10 minuti ci porta sull’isola. 
Intanto da queste parti il tempo è migliorato nettamente e ci incamminiamo sul sentiero per fare il periplo dell’isola lungo costa: bellissimi scorci sul Golfo di La Spezia e in lontananza sulla costa versiliese. Verso le 13.00 ci fermiamo a mangiare sul mare. Dopo pranzo Spartaco e Laura, che festeggiano il loro compleanno, tirano fuori lo spumante e il tiramisù (era già accaduto l’anno scorso sul Forato nello stesso periodo!). poi, dopo gli auguri sinceri, calorosi e il brindisi, si prende la via del ritorno trovando asparagi e incontrando anche un gruppo numeroso del CAI di Fucecchio. 
Anche se non siamo andati sui monti, ed eravamo in pochi, abbiamo fatto lo stesso una bella escursione e soprattutto abbiamo avuto il piacere e la gioia di festeggiare un amico e passare una bella giornata insieme. 


25 MARZO 2001    Le crete senesi – Buonconvento, M.Oliveto Maggiore

Ci troviamo in 20 da Pasquino alle 8.00 per fare questa bella escursione nel senese. Verso le 10,30 arriviamo a Buonconvento, partenza per stradello in direzione di M.Oliveto. poco dopo troviamo in una fossa un istrice ferito, non muoveva più le gambe, soffriva tanto e tremava; e pensare che qualcuno l’avrebbe preso per portarlo a casa e mangiarlo. Meno male che ha prevalso il buon senso e Leonardo Gorini col cellulare ha avvertito quelli della forestale (speriamo che non sia finito in pentola!). alle 12,30 arriviamo a Chiusure e ci fermiamo a mangiare su un bel prato verde e poi arriviamo all’abbazia di M.Oliveto Maggiore. L’intenzione era di visitare la basilica, ma l’orario di apertura era alle 15,30 (troppo tardi per noi); abbiamo perciò rinunciato anche perché dovevamo fare ancora molta strada per arrivare alle auto. 
E’ stata una lunga e piacevole escursione nel bellissimo paesaggio toscano; l’unica cosa brutta e spiacevole della giornata è stato vedere, senza poter fare nulla, quel povero istrice ferito. 


13 MAGGIO 2001    Arni-Passo Sella-Arni

In tutto siamo una quindicina. Si raggiunge Arni dove lasciamo le auto. Il tempo è ottimo, fa caldo e si parte subito leggeri; percorriamo la marmifera fino al Passo Sella. Qui ci fermiamo a riposare un po’ sui bei prati e a vedere il panorama. Poi prendiamo il sentiero 150 che passa sotto il Monte Macina: è un percorso un po’ impervio e per arrivare al Passo del Vestito vi sono passaggi scoscesi e su roccia che richiedono molta attenzione, ripagati comunque da bei panorami. 
Arriviamo al ristorante “Le Gobbie” e da qui torniamo a Arni. Giro abbastanza lungo e impegnativo. 


21 OTTOBRE 2001    Vinca – Foce di Navola – Grondilice

Alla partenza siamo in 7, all’imbocco dell’autostrada a Pisa c’è il Dott. Figliucci e all’uscita di Aulla ci sono pure Paolo, Rossella, Paolone e Enzo e Luisa. Così siamo in 13 persone (giusto!). 
Si prosegue tutti insieme per Vinca che oltrepassiamo arrivando alla partenza del sentiero per la capanna Garnerone, poi Foce di Navola – bellissimo panorama. Arriviamo quindi alla foce del Grondilice e scolliniamo per entrare nella valle di Orto di Donna; arriviamo poi alla Foce a Giovo da cui torniamo a Vinca. 
Dopo alcune gite non fatte per cattivo tempo o per altre ragioni (Carlo:assistenza a Licia operata), oggi invece abbiamo trascorso una bellissima giornata, con tempo ottimo. 


18 NOVEMBRE 2001    Rif. Casentini – Alpe Tre Potenze

Siamo in 9 con Paolo Coltelli che troviamo a Porcari. Percorriamo la strada di Tereglio – Orrido di Botri arrivando al rif. Casentini (chiuso) che oltrepassiamo di 2/3 km. dove parcheggiamo le auto. Si sale per sentiero fino alla Foce di Giovo, da qui a destra per cresta fino al passo di Annibale sopra la Val di Luce. Qui troviamo abbastanza neve che però non crea problemi, è neve asciutta e non ghiacciata. Ci fermiamo a mangiare in mezzo alla neve, con un bel sole e un bel panorama sulla Val di Luce e i monti circostanti. 


2 DICEMBRE 2001    Cime di Romecchio

Oggi siamo un bel gruppo, 13 persone. Seguiamo la strada per Barga  Renaio Rif. Vetricia(chiuso). Ci prepariamo e si parte contenti, è una bella giornata e con noi c’è una buona percentuale di gentil sesso e c’è pure il cane di Danilo, Buck. Prendiamo lo stradello segnavia 20. Spartaco dopo un po’ (troppo tardi) ci dice di stare attenti perché ci dovrebbe essere l’inizio del sentiero, ma nessuno lo vede, così proseguiamo camminando per più di 1 ora e mezzo sullo stradello. Per fortuna si arriva a un bivio con alcune indicazioni che non vediamo neppure riportate sulla cartina. Grande incertezza, comunque c’è un segno bianco-rosso che porta con facile crinale innevato verso la cima m. 1791. sono quasi le 13.00 e ci fermiamo a mangiare sotto un bel sole e dopo come al solito facciamo a pallate approfittando della bella neve. 
Poi si riparte verso Col Bruciata per vedere se troviamo un nuovo sentiero, qualche segno o indicazione varia; ma non troviamo nulla e le donne cominciano a sbuffare. Spartaco allora, per non rischiare (eravamo tutti d’accordo) prende uno stradello che ci riporta più sotto su quello che avevamo percorso la mattina. Arrivati al punto di partenza notiamo il sentiero 20 che sale subito ripido a destra, ma se uno non lo sa è difficile individuarlo, è quasi nascosto. Comunque, come sempre, una bella escursione. 


20 GENNAIO 2002    Fuori programma – La Pania 

In sette: Carlo, Spartaco, Paolo C., Piero Messerini, Pietro Matteucci, Marco Turchi e Paolone, approfittando del tempo bellissimo e della bassa temperatura, siamo andati a fare una magnifica escursione sulla neve. 
Partenza da Piglionico m. 1130 su sentiero 7 e poi con il 39 per Borra Canala, faticosa ma piena di ottima neve. La percorriamo in salita e infine arriviamo all’altezza del rif. Rossi. Da qui prendiamo il vallone dell’Inferno fino alla vetta della Pania della Croce m. 1859. nonostante la bella giornata ci sono solamente 5 persone e un cane solitario che è venuto a “ruscolare” qualcosa da mangiare e forse anche lui a godersi il bellissimo panorama. Noi ci tratteniamo un po’; poi ritorno per il Vallone dell’Inferno fino al rif. Rossi m. 1600 e da lì con il sentiero 7 torniamo a Piglionico. 
Anche oggi siamo stati fortunati ad avere una bellissima giornata che ci ha permesso di fare un’escursione che ci ricorderemo per tanto tempo. 


3 MARZO 2002    Monti Pisani

Oggi abbiamo fatto una bella passeggiata sui Monti Pisani. Siamo un bel gruppo, lasciamo le auto nei pressi de “Le Mandrie”, prendiamo lo stradello sopra la casetta, e con il sentiero 04 andiamo in direzione Monte Serra, poi Prato Ceragiola, Sasso della Dolorosa, Lombardona. Ci fermiamo a mangiare sui prati dell’agriturismo, dopodichè facciamo ritorno alle macchine. 
E’ stata una bella e tranquilla passeggiata, il tempo è stato buono, anche se c’era un po’ di vento di tramontana. 


12 MAGGIO 2002    Arni – Fatonero – M. Fiocca

Partenza in 6 da Pontedera + Paolo e Paolone che ci aspettano a Capannoni. Arriviamo a Arni verso le 9,30 da dove prende avvio l’escursione. Da qui, con sentiero 144, si sale ripidamente verso il bosco del Fatonero, situato sopra l’omonimo canalone con le famose “marmitte dei giganti”. 
Arriviamo quindi al Passo Fiocca e siamo pure alla base della parte terminale del M. Sumbra alla nostra destra. Ci fermiamo a mangiare, c’è nebbia ed è fresco. Dopo mangiato in 5 proseguiamo verso il Passo Sella, mentre in 3 ardimentosi fanno la cresta del M. Fiocca, ritrovandoci poi tutti più in basso. 
Il tempo non è stato proprio bello, ma nel complesso abbiamo trascorso una piacevole giornata insieme. 

 
2 GIUGNO 2002    Monte Sumbra

Siamo in 13, andiamo a Capanne di Careggine m. 840, dove parcheggiamo le auto nei pressi della chiesa. Paolo Coltelli non aveva capito bene il punto di partenza ed è arrivato un po’ dopo con il Dr. Figliucci sconvolto per le numerose curve della strada. 
Si prende il sentiero 145 salendo su fino ad affacciarsi nel meraviglioso anfiteatro della parete meridionale del M. Sumbra. Dopo essere scesi sul versante nord, ad una selletta si inizia a percorrere la cresta est, che presenta alcuni tratti rocciosi superabili senza difficoltà, e che ci porta alla sommità del Sumbra m. 1764. 
Escursione un po’ faticosa con circa 900 m . di dislivello, però molto bella con bellissimi panorami su tutte le Apuane; inoltre c’è anche un passaggio molto caratteristico tra due pareti di roccia con una profondo taglio. 


10 novembre 2002    Cresta Uncini – M. Altissimo

Escursione da dimenticare ( si fa per dire!) per gli infortuni occorsi a alcuni partecipanti, come vedremo più avanti. 
Siamo in diversi (14) c’è anche Dante, marito di Giovanna Amoriello, marinaio in pensione che affronta per la prima volta le montagne (con qualche problema di vertigini). 
Lasciate le auto vicino alla galleria nei pressi del passo del Vestito, saliamo abbastanza ripidamente per roccette fino ad arrivare all’inizio della Cresta degli Uncini. La Laura è avanti a tutti, ad un certo punto la vediamo mettersi a sedere, pensavamo ci aspettasse, invece aveva messo male un piede procurandosi un dolore lancinante al ginocchio (distorsione, stiramento?) che le impedisce di camminare. Impossibile a questo punto proseguire; cerchiamo di bloccare alla meglio il ginocchio con bastoncini e legature varie e decidiamo di scendere per il pendio fino a ritrovare il sentiero 200m. più sotto. La discesa purtroppo è molto disagevole, tra pietre e palèo, Laura addirittura scende quasi accucciata per il dolore, aiutata da 3-4 persone. Dopo varie peripezie siamo giunti finalmente in vista dello stradello; prima di arrivarvi la Lucia è scivolata sul pietrisco, ha messo una mano in terra per non battere il sedere, la mano gli faceva male ma non sembrava niente di serio ed è tornata tranquillamente poi a casa. Abbiamo invece saputo che il giorno dopo è andata al pronto soccorso perché aveva ancora dolore e le hanno riscontrato una frattura con relativa ingessatura che ha dovuto portare per 20 giorni. 
Ci dispiace ma sono cose che capitano, specialmente alle persone sfortunate!... 
Tanti auguri a Laura e Lucia. Qualcuno ha detto che prima di arrivare ci ha attraversato la strada un gatto nero….. 

NOTA: DAL 2003 I RESOCONTI E LE FOTO SI TROVANO NELLA PAGINA "DIARIO ESCURSIONI" DEL SITO.


………………….FINE………………………..